mercoledì 21 novembre 2012

L'Iperattività nei Bambini

Quando si può parlare di iperattività nei bambini? Spesso ci capita di osservare bambini estremamente vivaci, che faticano a mantenere a lungo l’attenzione su uno stesso stimolo o sentono il bisogno di muoversi continuamente.
Spesso si tratta solamente di bambini vivaci che attraversano particolari fasi del loro sviluppo, altre volte, però sono bambini che hanno delle reali difficoltà a rimanere fermi o a mantenersi lungamente concentrati.
La linea di demarcazione tra i due casi è sottile.
Vediamo insieme come poter distinguere le due situazioni.

Atteggiamenti di dinamismo e vivacità sono comuni in età infantile e sono indice di uno sviluppo sano, rientrando nella normale esuberanza infantile; tuttavia alle volte diventano talmente considerevoli da prendere il sopravvento, interferendo con il funzionamento individuale, sociale e scolastico del bambino;
in questi casi ci troviamo dinnanzi ad un notevole disagio sia per il bambino che per la sua famiglia, ed è ragionevole prendere in considerazione l’idea di chiedere aiuto.

  
ll Bambino Iperattivo

Secondo il DSM VI è possibile rintracciare delle caratteristiche specifiche che contraddistinguono i bambini che soffrono di "disturbo da deficit dell’attenzione / iperattività".
 Gli elementi distintivi coinvolti nel disagio sono la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività. Per ogni singolo caso l’uno o l’altro aspetto può prendere il sopravvento.

- Per quanto riguarda la disattenzione o defict d'attenzione, si tratta di bambini che non riescono a prestarne molta ai particolari, hanno difficoltà a mantenerla sui compiti o sulle attività di gioco, non sembrano ascoltare quando gli si parla, non seguono le istruzioni e non portano a termine i compiti; hanno difficoltà ad organizzarsi, spesso perdono gli strumenti necessari per le attività che devono svolgere e sono facilmente distratti e sbadati.

- Sul versante dell'iperatttività si osservano difficoltà nel giocare in modo tranquillo, sono bambini che parlano troppo e sembrano sempre sotto pressione, si alzano spesso, scorrazzano e saltano dovunque.

- Riguardo all'impulsività infine, frequentemente “sparano” la risposta prima che l'interlocutore abbia finito di porre la domanda, non attendono il proprio turno, interrompono gli altri e possono essere invadenti nei loro confronti.

Il Bambino Iperattivo: I Sintomi - Cosa succede a casa

“Un terremoto!…” esclamano spesso i genitori di questi bambini “Basta niente per distrarlo!”.

Si tratta di bambini che vengono descritti come irrequieti e poco interessati alle attività. Fanno molta fatica a concentrarsi e tendono ad agire senza pensare. Spesso perdono o rompono i loro giocattoli, hanno bisogno di continua attenzione da parte dei genitori, si trovano implicati in frequenti liti con i fratelli, dimenticano facilmente le regole e molte volte si sentono frustrati. Sono notevolmente disorganizzati, anche nell’alimentazione e nel sonno. Nonostante Tutto si oppongono con vigore ai cambiamenti delle routine, che acquisiscono per loro una notevole importanza.

  
Il Bambino Iperattivo:I Sintomi - Cosa succede a Scuola

 Cosa dicono le insegnanti

Sono alunni difficili da gestire che faticano a prestare attenzione ai particolari e che fanno molti errori di disattenzione; alle volte sembra che la loro mente sia altrove e che non siano in grado di ascoltare quello che si dice. Raramente riescono a portare a termine un compito, tanto più se lungo ed impegnativo, poiché lo avvertono come spiacevole e faticoso.
Quando oltre alla disattenzione è presente l’iperattività i bambini sembrano spesso sottopressione o “motorizzati”, difficilmente riescono a passare molto tempo seduti e sentono un forte e continuo bisogno di muoversi. Spesso perdono o rompono il materiale scolastico, i loro quaderni sono disordinati e sgualciti. In classe sono sempre fuori posto.

Il rapporto con i coetanei

Spesso sono i buffoni di corte della classe. Frequentemente vengono visti come compagni litigiosi. Il gruppo-classe può rispondere con atteggiamenti differenti che vanno dalla paura al venirne trascinati. A volte il soggetto è deriso altre evitato e, nonostante il suo comportamento clownesco, può provare disappunto e tristezza.

Il Bambino Iperattivo: Cosa Sente- Il nostro mondo ai loro occhi

Se provassimo ad immaginare il mondo visto attraverso gli occhi di questi bambini, dovremmo rappresentarci una realtà fatta di milioni di stimoli ugualmente interessanti che ci bombarderebbero tutti nello stesso momento. Ad esempio la nostra attenzione sarebbe attratta dal nostro programma preferito in TV, da una trascinante canzone alla radio, da un amico che parla, da un figlio che chiama...

Sicuramente proveremmo ansia per non riuscire a focalizzare la nostra attenzione su ogni singolo stimolo.

  
La Frequenza dell'Iperattività

Circa 4 bambini su 100 presentano tali difficoltà. Alcuni di essi sono particolarmente a rischio nello sviluppare problemi di comportamento e disadattamento sociale durante l’adolescenza.
Questa condizione è inoltre più diffusa tra i maschi che tra le femmine (in un rapporto di tre a uno nella popolazione generale).

Iperattività: Cosa Fare - affrontare e risolvere il disagio


Un principio importante da tener presente è innanzi tutto che questi bambini non hanno nessuna colpa, il loro comportamento non rispecchia alcun tipo di oppositività; né tanto meno hanno colpa i loro genitori che invece vengono spesso additati come incapaci di svolgere bene il proprio ruolo di educatori. In realtà la causa dell’iperattività non è da cercare nel modo in cui i genitori hanno educato il figlio. Nella maggior parte dei casi, il loro modo di agire è solo la conseguenza della carenza di attenzione e/o dell’impulsvità.

 Una strategia efficace è sicuramente quella di elaborare delle risposte univoche che possano aiutare il bambino a sentirsi contenuto. Tali risposte assumono un valore maggiore se riproposte in tutti gli ambiti di vita del bambino, a casa e a scuola.
In questo senso è utile che genitori ed insegnanti si avvalgano di una consulenza specialistica, per concordare le strategie ed i metodi educativi, tenendo comunque presente che per poter conseguire risultati concreti sono indispensabili costanza e sistematicità.

A maggior ragione è bene che ci si rivolga a dei professionisti nel caso in cui chi si prende cura del bambino trovi delle difficoltà che non riesce a superare da solo in tempo breve. In questi casi può essere indicata una terapia familiare, che ha l’obbiettivo di valersi dei genitori e di tutta la famiglia come risorse capaci di promuovere il cambiamento.
Nonostante l’ambiente non abbia un ruolo decisivo nella genesi del disturbo, come per altri disturbi della condotta a base emotivo-educazionale, esperienze emotive adeguate e positive potranno evitare disturbi comportamentali secondari, come comportamenti oppositivi e provocatori, disturbi specifici dell’apprendimento, ansia e depressione, spesso causati da insuccessi e frustrazioni nel campo relazionale, sociale e scolastico.

Gli obiettivi per la cura dell'iperattività seguono alcuni principi generali. Tra questi:

- Prevenire i sintomi secondari, che deriverebbero da una cattiva integrazione tra le caratteristiche proprie del disturbo e l’ambiente scolastico, sociale e familiare del bambino. In altre parole l’ambiente potrebbe rispondere in modo da rinforzare o minimizzare comportamenti disadattivi. La costanza, l’impegno e il tempo unitamente all’intervento terapeutico permettono di spezzare il circolo vizioso di insuccesso e frustrazione e di aumentare considerevolmente abilità personali e autostima. I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, e messi in grado di aumentare la loro efficacia.
- Migliorare le condizioni di vita familiare, poiché a causa di tutti i fattori correlati al disturbo anche la vita familiare può risultare sofferente. In terapia si cerca di ricostruire la serenità familiare e di individuare comportamenti e strategie utili al bambino per favorire un buon sviluppo.
- Incrementare le abilità relazionali. Questi bambini faticano a trovare il giusto modo di relazionarsi nel gruppo di pari. Di fatto le difficoltà nel padroneggiare le regole fanno sentire frequentemente i bambini iperattivi frustrati, portandoli a mettere il broncio ed essere capricciosi. Appaiono poco flessibili ed adattabili. La conseguenza è che ricevono meno gratificazioni e apprezzamenti dai compagni e maggiori rifiuti.
- Potenziare l’autostima: i continui rifiuti e i fallimenti possono portare questi soggetti a perdere la fiducia in sé stessi. In terapia si lavora affinché i cattivi risultati a livello sociale, scolastico, familiare o sportivo non portino a sentimenti di inadeguatezza tanto importanti da diventare parte di sé e pregiudicare una buona autostima. L'intervento previene conseguenze negative come la depressione o l’ansia reattive.

La maggior parte di questi bambini, se aiutata tempestivamente, riesce ad avere una vita scolastica e sociale adeguata.


Fonte: 
Dott.ssa Isabella Biondi,Psicologa e Psicoterapeuta.